Proposte per il Piano per la mobilità urbana post-Covid!

Come si muoverà Trieste nella fase 3? Decidiamolo insieme!

Una Trieste sempre più bloccata dal traffico o una città che guarda al futuro e sperimenta soluzioni innovative per promuovere la mobilità attiva? Le associazioni cittadine Tryeste, FIAB, UISP, Legambiente, Fridays for Future Trieste, Bora.La, Zeno, Link Trieste e SPIZ hanno lanciato un percorso partecipato per la costruzione condivisa di un Piano per la mobilità post-covid.

C’è voglia di mobilità nuova a Trieste! C’è voglia di una città a misura di persona, da vivere e non solo da attraversare! Buona lettura!

Giovedì 25 giugno si è tenuto il primo tavolo tecnico tra associazioni proponenti e Comune sulla mobilità post-covid a Trieste. Qui è disponibile un resoconto dell’incontro. Sulle seguenti proposte stiamo ora raccogliendo ulteriori contributi tramite questa mappa collaborativa, al fine di formulare richieste più puntuali nei confronti dell’Amministrazione:

La misura consiste nella chiusura temporanea al traffico dalle 20 di venerdì alla mezzanotte di domenica ed è già stata attuata in Via Cadorna, Via della Fornace, Salita al Promontorio e Via San Cilino. La proposta è di estendere tale misura anche ad altre aree della città, al fine di moltiplicarne gli effetti dal punto di vista dell’aumento della qualità della vita e della rivitalizzazione commerciale. Secondo le indicazioni del Comune, i tratti di strada devono essere privi di parcheggi a pagamento non devono transitarvi bus. In fase di attuazione dovrà essere individuato un responsabile – esercente, associazione – per la posa e la rimozione delle transenne.

Si richiede l’allargamento dei marciapiedi inferiori a 1,5 mt e il tracciamento di segnaletica orizzontale per delineare aree dedicate ai pedoni in strade che ne sono prive, in attesa dei tempi e delle risorse per la costruzione di veri e propri marciapiedi in accordo con i piani di espansione dei marciapiedi del Comune

La nostra richiesta riguarda l’installazione di almeno 500 stalli bici, soprattutto nei rioni al di fuori del centro storico, ove sono già presenti. Viene richiesta anche la possibilità di usare il modello Verona quantomeno al di fuori del centro storico, più economico degli stalli attuali, più funzionale e con più capienza a parità di spazio

 

È possibile identificare una strada in prossimità di una scuola in cui il transito degli autoveicoli è temporaneamente proibito durante gli orari di entrata e uscita da scuola. Il transito viene invece consentito a pedoni, bici, mezzi per il trasporto dei disabili e eventualmente scuolabus oltre ovviamente ai mezzi d’emergenza. L’iniziativa è da associare a un pedibus, in collaborazione con il comitato genitori della scuola. Inizialmente la strada verrà chiusa da una transenna, che potrebbe essere posta dagli stessi comitati dei genitori. In un secondo momento sarà possibile ricorrere alla sola segnaletica verticale.

 

Proposte per il piano per la mobilità post-covid

C’è voglia di mobilità nuova a Trieste! C’è voglia di una città a misura di persona, da vivere e non solo da attraversare! Buona lettura!

Vogliamo vivere la città, non solo attraversarla

Nella fase 2 l’allentamento delle restrizioni per il contrasto della diffusione della Covid-19 porterà progressivamente alla riapertura delle attività produttive e commerciali. Per farlo però dovrà essere ancora mantenuto per lungo tempo un distanziamento sociale tra le persone.

In questa situazione è verosimile che l’uso del trasporto pubblico, che a Trieste copriva il 20% degli spostamenti urbani[1], sarà fortemente ridotto, sia a causa del mantenimento delle restrizioni, sia a causa della sfiducia della popolazione nel prendere i mezzi pubblici.

In assenza di un Piano Emergenziale per la Mobilità Urbana Post-Covid è facile prevedere che chi abbandonerà il trasporto pubblico avrà come unica alternativa per raggiungere il posto di lavoro e muoversi in città l’automobile. Se questo dovesse avvenire ci troveremmo di fronte a un aumento rilevante del traffico, con danni per la sicurezza, la salute, l’ambiente, nonché con una notevole perdita di tempo e di competitività economica del territorio dovuta alla congestione delle vie cittadine.

A confermare questa preoccupazione ci sono i dati della provincia del Wuhan, in Cina, dove nella fase post covid l’uso privato dell’auto è passato dal 34% al 66% degli spostamenti urbani mentre quello del trasporto pubblico è crollato dal 56% al 24%[2]. Questa situazione è già stata analizzata in altri paesi e per evitarla si stanno prendendo decisioni utili a gestire questa fase transitoria rafforzando la mobilità alternativa all’auto. Tra questi si rilevano già i casi di Budapest, Bogotà, Philadelphia, Vancouver, Calgary, Vienna, Città del Messico, Berlino e Londra e in Italia anche Milano, Roma, Torino, Bologna e Genova si stanno attivando in questa direzione.

Si pone dunque il problema di garantire anche a Trieste altre forme di mobilità alternative all’auto attraverso la realizzazione di un Piano Emergenziale per la Mobilità Urbana Post-Covid che preveda “una serie di contromisure per mitigare gli effetti dello sbilanciamento dell’offerta di mobilità sulle auto, intervenendo in modo rapido, economico ed emergenziale sulla forma dello spazio pubblico per garantire a tutti i cittadini il diritto alla mobilità e all’efficienza[3].

Possibili azioni di questo piano emergenziale sono ampliamento degli spazi pedonali per dirottare su questa forma di mobilità gli spostamenti urbani inferiori a 3 chilometri. Per gli spostamenti dai 3 ai 10 chilometri la realizzazione di una rete ciclabile di emergenza (RME) con corsie dedicate alle bici realizzate con semplice segnaletica orizzontale lungo le principali strade di scorrimento di Trieste e il potenziamento del servizio di bikesharing. La realizzazione di un piano per promuovere gli spostamenti casa-scuola in autonomia a piedi in vista della riapertura delle scuole prevista per settembre. Interventi di moderazione della velocità per garantire maggiore sicurezza agli utenti deboli (nel 2018 ci sono stati a Trieste 980 incidenti che hanno provocato 1196 feriti e 11 morti – ISTAT) anche attraverso azioni di riqualificazione sperimentale e temporanea dello spazio pubblico. Incentivare fortemente il trasporto pubblico locale, innanzitutto garantendo le necessarie misure di sicurezza e sanificazione e andando progressivamente verso la gratuità del servizio, partendo quantomeno dal rimborso dei mesi non usufruiti, o prolungamento della validità, per i cittadini che hanno acquistato l’abbonamento prima dello scoppio della pandemia.

Decidiamo insieme il futuro della mobilità triestina

Nessuna risposta purtroppo è arrivata a questo appello e perciò le 9 associazioni che lo avevano lanciato hanno deciso di costruire dal basso e in modo partecipato una proposta di Piano per la Mobilità Urbana post-covid. La fase partecipativa è durata dal 2 al 12 maggio. È stata predisposta una pagina web (che ha registrato 4.000 accessi) chiedendo a tutte e tutti un contributo di idee per delineare azioni che possano promuovere, la mobilità a piedi, in bici e con il trasporto pubblico. Alla fine di questi dieci giorni di raccolta dati, un comitato tecnico composto da alcuni membri delle associazioni proponenti ha analizzato le quasi 700 risposte al questionario e i più di 300 contributi pervenuti predisposto questo documento di sintesi con le proposte di veloce attuazione per un Piano per la Mobilità Urbana Post-Covid che è stato spedito al Sindaco Dipiazza, al Presidente del Consiglio comunale Francesco Di Paola Panteca, all’Assessore alla Mobilità Luisa Polli e a tutti i consiglieri comunali.

Alcune anticipazioni sui risultati che troverete nel dettaglio nelle prossime pagine: purtroppo, come era prevedibile, uno dei dati che è emerso dal questionario è che il 43% dei rispondenti dichiara che si muoverà meno con il trasporto pubblico locale e questo vorrà dire, in assenza di un piano, un forte aumento del traffico a Trieste nei prossimi mesi, in particolare da settembre in poi, con tutte le ricadute negative che ciò comporterà: perdite di tempo, di competitività della città, più smog e relative patologie correlate, più rumore e stress.

Ma a questo dato molto preoccupante se ne aggiungono altri positivi: 33% dei rispondenti dichiara che si muoverà maggiormente a piedi rispetto a quanto era solito fare prima dello scoppio della pandemia e 42% dei rispondenti dichiara che utilizzerà maggiormente la bicicletta per recarsi al lavoro, nel luogo di studio o in generale per i propri spostamenti quotidiani. Dati che mostrano un forte potenziale di mobilità attiva finora inespresso e che potrebbero e dovrebbero colmare le perdite del trasporto pubblico. Per cogliere questa opportunità si dovrebbero dare quanto prima delle risposte in termini di scelte urbanistiche rendendo il muoversi a piedi ed in bicicletta più comodo, piacevole e sicuro attraverso la realizzazione di infrastrutture dedicate. Ed è questo che leggerete nella seconda parte di questo documento dove troverete le proposte per Piano per la Mobilità Urbana post-covid formato dal documento base elaborato dalle 9 associazioni proponenti integrato dalle 300 proposte arrivate nella fase di partecipazione. Le risposte e le proposte sono state sia dal punto di vista quantitativo e qualitativo positivamente sorprendenti. 

Trasporto pubblico

principali misure proposte nella fase partecipativa

  • riorganizzazione del servizio bus sull’asse Trieste-Muggia e verso Opicina rendendolo più veloce e comodo per i pendolari
  • porta bici sui bus per le aree impervie
  • minibus a chiamata per persone e merci

Ciclabilità

principali misure proposte nella fase partecipativa

  • zona30 in tutta la città ad eccezione degli assi di scorrimento veloci
  • riqualificazione della ciclabile Trieste-Barcola e sua estensione con un percorso per le bici lungo tutta la strada Costiera
  • stalli bici nei quartieri, presso i luoghi di lavoro e una ciclostazione coperta e custodita nei pressi di piazza Libertà

Pedonalità/Mobility management

principali misure proposte nella fase partecipativa

  • rimozione dei parcheggi dalle Rive e Porto Vecchio car free
  • nuovi servizi pedibus
  • corridoi verdi che colleghino i diversi quartieri della città con particolare attenzione alle periferie
  • accessibilità dei tanti spazi aperti di proprietà pubblica oggi chiusi
  • istituzione delle domeniche ecologiche senz’auto
  • incentivo all’istituzione dei servizi di car sharing

[1] fonte osservatorio PUMS Euromobility

[2] Ricerca Ipsos

[3] www.bikeitalia.it/piano-emergenziale-della-mobilita-urbana-post-covid-il-manuale-duso/

IL DIBATTITO SULLA MOBILITÀ CONTINUA
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Per ulteriori informazioni o segnalazioni: info@triestesecoloquarto.eu